La giustizia ha emesso il suo verdetto finale su uno dei casi più controversi che hanno scosso la comunità ecclesiastica di Trieste.
Don Paolo Piccoli, sacerdote veronese, è stato ritenuto colpevole per l’omicidio del presule 92enne Giuseppe Rocco, avvenuto il 25 aprile 2014 all’interno della Casa del Clero. La corte d’assise d’appello di Venezia ha confermato la pena a 21 anni e 6 mesi di reclusione, ribadendo la condanna inflitta nei precedenti gradi di giudizio.
La decisione arriva dopo un lungo percorso giudiziario, che aveva visto don Piccoli essere condannato in primo grado dalla corte d’assise di Trieste nel 2019, con sentenza successivamente confermata in appello. Tuttavia, un intervento della Cassazione nel marzo 2023 aveva riaperto il caso, annullando la precedente sentenza per la mancata ammissione dei consulenti di parte in alcuni accertamenti cruciali.
Nonostante le speranze dei suoi difensori, Vincenzo Calderoni e Alessandro Filippi, che hanno tenacemente sostenuto l’innocenza del loro assistito, la corte d’appello di Venezia non ha avuto dubbi sulla responsabilità di don Piccoli. Secondo quanto riportato, il sacerdote avrebbe soffocato la vittima, provocando anche la frattura dell’osso del collo, con un movente che sembrerebbe legato alla sottrazione di una catenina appartenente a Giuseppe Rocco, oggetto mai ritrovato.
Questo tragico episodio pone fine a un lungo e doloroso capitolo giudiziario, lasciando dietro di sé molte domande sulla dinamica degli eventi e sulle motivazioni profonde che hanno portato a un tale gesto. La difesa ha insistito fino all’ultimo sulla natura accidentale della morte del presule, attribuendola a complicazioni di una malattia broncopolmonare, ma la sentenza odierna ha definitivamente chiuso il dibattito, sancendo la colpevolezza di don Paolo Piccoli.
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