A poche settimane dalla riduzione della pena, un nuovo arresto per aggressioni a bordo di un autobus getta ombre sulla gestione della giustizia e sulla sicurezza urbana.
L’individuo noto come il “violatore in monopattino”, responsabile di precedenti aggressioni sessuali a Milano, è nuovamente sotto i riflettori della giustizia dopo aver compiuto atti di violenza su due giovani studentesse, stavolta a bordo di un autobus. Questo caso segue la sua condanna iniziale a 6 anni e 10 mesi, successivamente ridotta a poco più di 5 anni in appello, con la concessione degli arresti domiciliari per permettergli di sottoporsi a cure. Le recenti aggressioni hanno condotto all’annullamento della misura domiciliare, risultando nel suo ritorno in detenzione.
Cronologia e Dettagli dell’Inchiesta Il 22enne, già condannato per violenze sessuali effettuate mentre si muoveva su un monopattino elettrico, è stato identificato come l’autore di nuovi episodi di violenza sessuale, aggravati dall’età minore delle vittime. La svolta investigativa si è avuta grazie alla denuncia di una madre, allarmata dal racconto della figlia, vittima di palpeggiamenti insieme a un’amica mentre rientravano da scuola in autobus. Le indagini, facilitate dal riconoscimento attraverso le immagini di videosorveglianza e testimonianze, hanno permesso di localizzare l’aggressore, frequentatore di un bar nelle vicinanze del luogo delle aggressioni.
La Nuova Misura Cautelare e le Contestazioni Nonostante la difesa avesse richiesto il proscioglimento per vizio di mente, citando un disturbo di personalità complesso, il giudice ha optato per il ritorno in carcere dell’individuo, revocando la precedente misura degli arresti domiciliari. Questa decisione è giunta dopo un attento esame delle circostanze e delle prove raccolte, nonché della storia pregressa dell’imputato, sottolineando la gravità delle sue azioni e la necessità di una risposta giudiziaria adeguata.
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