Ieri mattina, il sostituto procuratore Marco Brusegan ha compiuto il primo atto formale nel tragico caso di Padova, iscrivendo nel registro degli indagati la figlia dell’83enne sbranata giovedì scorso da cinque dei suoi otto cani. I cani, appartenenti alle razze molossoidi Amstaff e American Bully, erano formalmente di proprietà della donna accusata. Le ipotesi di reato avanzate sono malgoverno di animali e lesioni colpose gravissime.
Tuttavia, la situazione giuridica potrebbe cambiare rapidamente. Il reato di lesioni colpose gravissime richiede una denuncia per procedere, e, dato lo stato della madre, ricoverata in terapia intensiva all’ospedale di Padova dopo l’amputazione di un braccio e un avambraccio, è incerto se sarà in grado di presentare una querela contro la figlia. In aggiunta, il sostituto procuratore Brusegan ha incaricato i carabinieri di ampliare le indagini per comprendere come e perché l’appartamento ospitasse otto cani in uno spazio così ristretto. La vittima ha perso completamente l’arto superiore destro e l’avambraccio sinistro.
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