PORDENONE – La serata di mercoledì 27 marzo e l’oscurità seguente sono state segnate da un’inquietudine palpabile nel Friuli Venezia Giulia, con la leggenda dell’Orcolat, l’antico demone sismico del folklore regionale, che sembrava tornare a incutere timore.
Nonostante il terrore diffuso, le recenti scosse di terremoto non hanno causato danni a persone o strutture, come confermato dall’assessore regionale alla Protezione Civile, Riccardo Riccardi, dopo una riunione mattutina con i sindaci delle aree colpite.
Le scosse, avvertite in maniera distinta nella regione e oltre, hanno innescato un’ondata di preoccupazione. La prima, di magnitudo 4.1, ha scosso le province di Udine e Pordenone alle 22:19, localizzando l’epicentro nei pressi di Socchieve. Poco dopo, alle 22:45, una seconda scossa ha seguito, e una terza, di assestamento, ha interrotto la quiete notturna alle 3:36.
La risposta immediata della Protezione Civile, insieme all’assenza di segnalazioni di danni gravi, ha evidenziato la resilienza della comunità e l’efficacia delle misure preventive adottate nella regione. Tuttavia, l’attenzione resta alta, specialmente verso le strutture più vulnerabili, per prevenire eventuali rischi futuri.
L’evento ha rievocato il tragico terremoto del 6 maggio 1976, quando l’Orcolat sembrò materializzarsi nella sua forma più devastante, lasciando una profonda cicatrice nella memoria collettiva del Friuli. La notte del 27 marzo ha risvegliato vecchi timori, ma anche rinnovato il senso di comunità e solidarietà tra i friulani.
Mentre gli esperti continuano a monitorare la situazione, l’episodio serve come promemoria della continua sfida posta dalla natura e dell’importanza di mantenere una preparazione adeguata. La leggenda dell’Orcolat, per quanto radicata nel mito, simboleggia la realtà imprevedibile dei terremoti nella regione, sottolineando la necessità di vigilanza e prontezza di fronte alle forze della terra.
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