Nella notte tra sabato e domenica, nei pressi del Ponte di Adamo ed Eva, vicino al centro storico di Pordenone, una giovane di vent’anni è stata brutalmente aggredita e violentata mentre tornava a casa dopo il turno di lavoro
La ragazza, esausta dopo il lavoro, è stata seguita, aggredita e trascinata nella vegetazione lungo il fiume Noncello. Nonostante i suoi tentativi di difendersi e le sue urla, l’aggressore ha abusato di lei. Descritto come un immigrato, l’uomo è attualmente ricercato dai carabinieri della Compagnia di Pordenone. La giovane, in stato di shock, ha contattato il 112 e i soccorsi sono arrivati rapidamente sul posto.
Il personale medico ha immediatamente attivato il protocollo per le vittime di violenza sessuale, garantendo alla giovane l’assistenza necessaria. Nel frattempo, una pattuglia del Radiomobile ha raccolto i primi indizi e avviato le ricerche dell’aggressore nelle zone limitrofe. Gli investigatori stanno esaminando le riprese delle telecamere di sicurezza nella speranza di individuare l’uomo, mentre l’analisi degli indumenti della ragazza potrebbe fornire ulteriori tracce biologiche utili per l’identificazione.
Recentemente, è emerso che l’aggressore ha dichiarato di aver consumato una bottiglia di tequila insieme a un amico e, successivamente, ha assunto degli acidi, come confermato da sua sorella. Questa situazione ricorda un caso avvenuto a Udine, dove un ragazzo sotto l’effetto di acidi ha brutalmente ucciso un malcapitato. È evidente che l’uso di questa droga richiede maggiore attenzione da parte delle autorità, data la sua connessione con comportamenti estremamente violenti.
L’episodio richiama alla mente un caso simile avvenuto esattamente un anno fa, quando un’infermiera fu aggredita mentre tornava a prendere la sua auto dopo il turno di lavoro. Anche in quel caso, l’aggressore era un immigrato, poi arrestato e condannato. L’attacco di sabato notte ha riacceso la paura tra i cittadini di Pordenone, specialmente nella zona della Santissima, nota per la presenza di numerosi immigrati e attività illecite. Gli argini del Noncello sono spesso teatro di violenze, e la recente aggressione ha ulteriormente esacerbato il senso di insicurezza tra i residenti.
Nonostante le giustificazioni dell’aggressore riguardo l’assunzione di alcol e droghe, rimane il fatto dello stupro brutale. Le dichiarazioni raccolte indicano che l’uomo diventava più violento se la ragazza tentava di resistere, rendendo l’atto ancora più agghiacciante.
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