Gianni Cenni, pizzaiolo napoletano arrestato dall’esercito ucraino e accusato di essere un combattente straniero al servizio della Russia di Putin, è al centro di una vicenda giudiziaria dai contorni inquietanti.
Come rivelato da Today.it, il passato di Cenni è costellato di gravi accuse e sentenze penali, che vanno dall’omicidio alle molestie sessuali. Una vita segnata da crimini che hanno riempito le aule dei tribunali e che continuano a sollevare interrogativi.
L’omicidio di Francesco Scicchitano
Uno degli episodi più drammatici della vita di Gianni Cenni risale al 12 febbraio 1999. All’epoca, Cenni lavorava per l’istituto di vigilanza Prodest di Milano, lo stesso della vittima, Francesco Scicchitano. La sera del delitto, nel cortile della Magnatek, un’azienda cliente dell’istituto, Cenni sparò due colpi di pistola al collega: uno al torace e uno alla nuca.
Le indagini inchiodarono Cenni grazie a una serie di prove schiaccianti: immagini di sorveglianza, una fondina riconducibile all’istituto e bossoli compatibili con l’arma in dotazione ai vigilanti. La confessione arrivò poco dopo. Cenni dichiarò di aver agito per dissapori lavorativi, mentre gli investigatori accertarono che fosse sotto l’effetto di psicofarmaci. All’epoca dei fatti aveva solo 25 anni.
La semilibertà e il ritorno a Napoli
Dopo quasi un decennio di detenzione, nel 2008, Cenni ottenne il regime di semilibertà, rientrando a Napoli con rigide prescrizioni. Durante il giorno lavorava presso un deposito giudiziario e svolgeva attività di volontariato, ma di notte doveva tornare in carcere.
In questo periodo, Cenni avviò una relazione con una donna conosciuta online, che segnò l’inizio di una nuova vicenda giudiziaria. Frequentando la famiglia della compagna, Cenni si trovò spesso a contatto con una bambina, nipote della donna, che all’epoca aveva tra i sette e i nove anni.
Le accuse di molestie sessuali
Nel 2012, la bambina raccontò alla madre episodi raccapriccianti: Cenni l’aveva molestata in più occasioni, arrivando a minacciare i suoi genitori dopo la denuncia. A processo, l’uomo cercò di negare le accuse, insinuando che fossero frutto di un piano ordito dalla madre della piccola per un presunto debito economico.
Nonostante le sue giustificazioni, l’11ª sezione penale del Tribunale di Napoli lo condannò nel 2016 a sette anni e due mesi di reclusione per violenza sessuale aggravata, condanna confermata in appello e in Cassazione.
La fuga e l’arresto in Ucraina
Nel 2022, dopo che la condanna era divenuta definitiva, Cenni risultava irreperibile. Le autorità italiane emisero un mandato di arresto europeo nel 2024, ma l’uomo sembrava essersi dileguato.
Recentemente, grazie alle rivelazioni di Today.it, si è scoperto che Cenni era stato catturato a Lozova, in Ucraina, dal 78° Reggimento d’assalto paracadutisti ucraino. Un video esclusivo lo mostra dichiarare di far parte delle forze armate russe. Secondo fonti ucraine, potrebbe essersi arruolato per sfuggire alla giustizia italiana.
Conclusione
Il passato oscuro di Gianni Cenni, tra omicidio e molestie sessuali, getta una lunga ombra sulla sua figura. L’arresto in Ucraina apre nuovi interrogativi su un uomo il cui percorso criminale sembra non avere fine.
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